Incentivi assunzioni ed esoneri contributivi

Legge di Bilancio 2026: detassazione per aumenti contrattuali e premi

La bozza della legge di bilancio 2026 è stata varata oggi dal Governo con importanti novità in tema di lavoro dipendente . 

Si segnalano in particolare le seguenti novità per i salari: 

  • Detassazione premi di produttivita al 1 %
  • tassa fissa del 5% sugli aumenti retributivi decisi nei rinnovi contrattuali del 2025 e 2026, per i dipendenti con reddito fino a 28mila euro
  • conferma della detassazione degli straordinari nel lavoro notturno e su turni
  • si rafforza il trattamento integrativo per le mamme con almeno due figli da 40 a 60 euro

Si attende il testo ufficiale per ulteriori dettagli.

Di seguito le proposte avanzate nelle scorse settimane dal ministro del lavoro Calderone, che non era presente in Conferenza Stampa post consiglio.

Le misure per i rinnovi contrattuali proposte dal ministro

La misura principale proposta da Calderone era  una cedolare secca del 10% (imposta sostitutiva dell’Irpef) sugli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) nel settore privato.

Sarebbe valida dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2028, per tutta la durata del contratto.

L’obiettivo è sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare la contrattazione collettiva, tassando meno gli aumenti previsti dai rinnovi.

Il costo stimato per lo Stato è di circa 1,8 miliardi di euro annui, ma si attende un effetto positivo sui consumi e un recupero parziale di gettito Iva (circa 200 milioni).

Èra in valutazione una cedolare secca del 10% anche per:

  • ore di straordinario,
  • lavoro festivo e notturno,
  • e indennità da turnazione.

L’agevolazione si applicherebbe per i redditi fino a 25.000 euro annui, entro un massimale di 3.000 euro di compensi agevolabili.

 Adeguamento automatico dei salari all’inflazione (Ipca)

È allo studio una norma che, in caso di mancato rinnovo del Ccnl entro 24 mesi dalla scadenza, preveda l’adeguamento automatico delle retribuzioni all’indice Ipca (prezzi al consumo armonizzato), con un tetto massimo del 5% annuo.

Entrerebbe in vigore dal 1° gennaio 2026 e avrebbe lo scopo di evitare il blocco salariale in assenza di nuovi accordi.

Aumento fringe benefits

Si prevedeva,  ma non è stato confermato, di raddoppiare i limiti di esenzione fiscale dei fringe benefit:

  • da 1.000 a 2.000 euro per tutti i lavoratori;
  • da 2.000 a 4.000 euro per i lavoratori con figli a carico.

L’obiettivo è sostenere il reddito dei dipendenti e favorire le politiche di welfare aziendale.

Va ricordato che la bozza prpposta dal Governo potrebbe essere modificata nella discussione in Parlamento, prima della approvazione definitiva di fine anno.

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